Casi in aumento per la variante Delta. I positivi nell’ultima settimana sono cresciuti del 60%. Ma i decessi sono calati del 35%

I positivi: + 60% nell’ultima settimana. Ma i decessi sono calati del 35%. A rischio gli over 60 non vaccinati

La variante Delta sta iniziando a determinare un incremento del numeri dei contagi in Italia. E lo farà sempre più nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. I numeri parlano chiaro: l’aumento nell’ultima settimana è stato del 61,4%. La nota positiva è che per ora anche a fronte di una circolazione virale più elevata, l’impatto sui servizi sanitari è inferiore rispetto alle ondate precedenti. I dati, in questo caso, riportano di un calo dei decessi del 35%, dei pazienti in terapia intensiva del 16% e dei ricoverati nei reparti ordinari dell’11,3%.

Lo rileva il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe. Tenendo conto del «progressivo aumento dei casi e della diffusione di questa variante che è destinata a diventare prevalente», il monitoraggio rileva che «nel nostro Paese il tallone d’Achille continua ad essere rappresentato dagli oltre 4,77 milioni di over 60 a rischio di malattia grave non coperti dalla doppia dose di vaccino”. Di questi, 2,22 milioni (12,4%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con rilevanti differenze regionali (dal 21,8% della Sicilia al 7,2% della Puglia), mentre 2,55 milioni (14,2%) devono completare il ciclo dopo la prima dose (1.856.129 con AstraZeneca, 596.190 con Pfizer-BioNTech, 96.503 con Moderna).

Causa principale delle mancate vaccinazioni agli over 60, continua il rapporto, la diffidenza nei confronti dei vaccini a vettore adenovirale (vedi AstraZeneca) e la necessità di accantonare oltre 2,16 milioni di dosi di vaccini a mRNA per i richiami. «In questo scenario – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – la percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate è in progressiva riduzione da 4 settimane consecutive: dalle 2.955.191 prime dosi della settimana 7-13 giugno (74% del totale) si è passati alle 809.518 della settimana 5-11 luglio (22% del totale), con un calo del 73%”.

«Il balzo in avanti rispetto ai 5,75 milioni di over 60 non adeguatamente protetti della scorsa settimana – aggiunge Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe –  è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali: non cresce il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale in questa fascia di età». Peraltro, secondo il report, «il trend di somministrazione delle prime dosi per fasce di età conferma l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e una flessione per tutte le altre classi d’età con notevoli differenze di copertura». (La Stampa)

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