Luciano Moggi opinionista. E nessuno dice niente.
Davvero Luciano Moggi è editorialista su Libero e opinionista su Rete 7 Gold? Abbiamo archivi e registrazioni per controllare cosa scrivevano e dicevano di lui – ai tempi di Calciopoli – gli attuali colleghi e datori di lavoro? Erano tutti pro Lucianone?
Davvero Moggi può reiventarsi giornalista? Beh sì, in tasca ha da qualche anno la tessera da pubblicista, quindi per l’Ordine dei Giornalisti nessun problema. Fermo restando che non è necessario essere iscritti all’Ordine per pontificare sui media.
Lui ok, viene chiamato e va. Senza pudore. La “damnatio memoriae” forse sarebbe eccessiva. Forse.
Che venga pagato o no, non fa alcuna differenza, che lo faccia gratis o devolva in beneficenza il compenso, non sposta di una virgola la questione.
Eccolo il punto della questione: è normale che un ex dirigente, radiato a vita dalla Federazione (e rimaniamo alla larga dall’aspetto penale e della relativa prescrizione solo per tenerla corta) venga chiamato da giornali e tv, per spiegarci come funziona il mondo del calcio?
Chissenestrafotte della giustizia, insomma, è stato tutto un malinteso, un errore dei giudici o una roba di poco conto, mica ha ammazzato qualcuno.
Bene così, avanti pure. Viva l’Italia, viva il calcio.
Il dramma di dover parlare per 90 minuti più recupero.
Massimo rispetto per chi ha scelto di raccontare una partita, anziché guardarsela sugli spalti o in tv. Ma il “dramma” di dover parlare per 90 minuti più recupero – stiamo parlando di telecronache e radiocronache – si porta inevitabilmente appresso anche qualche bella “perla”. Per fortuna, aggiungiamo. Del resto non è semplice dover riempire il silenzio senza sbagliare. Ecco qualche esempio pratico.
“Gli spettatori sono circa 4mila, pochi per una gara di questa importanza”.
Eh, magari se evitavi di fare la diretta su RaiSport erano un po’ di più. Che dici, può essere?
“Quando tocca palla Ronaldo, il pubblico avversario fischia. Ma sembrano fischi di paura”. Interviene il bordocampista: “Confermo, sono fischi di paura”.
Non per sfiducia, ma abbiamo un esperto di fischi che possa confermare? Un fischio di scherno, in cosa differisce da un fischio di paura? Come si coglie la differenza?
“Probabilmente un fallo di mano clamoroso. Il pallone probabilmente ha colpito il braccio del difensore, da qui le proteste dell’attaccante. Per me è rigore”.
“Probabilmente clamoroso” è geniale. Probabilmente.
“Tenta la conclusione Giacomo Bonaventura, giocatore che è nato a San Saverino Marche, quindi è marchigiano”.
Attendiamo con fiducia il codice fiscale.
“Segnare due gol sarebbe a questo punto un’impresa titanica, ma anche ardua, diciamolo”.
Beh sì, non fa una una piega. Del resto un grattacielo altissimo è anche alto, diciamolo.
“E’ un giocatore importante, la squadra non può prescindere dallo star fuori”.
Prego?
“Il risultato è fermo, fino ad ora, sul 2-1”.
Ma dai… Pensavamo fosse fermo sul 2-1 fra dieci minuti.
“Tu che 30 anni fai hai affrontato in coppa il PSG, cosa puoi dirci di questa squadra? (domanda rivolta a Paolo Rossi prima di un fondamentale Lille-PSG, ndr).
Giuriamo. Non ce la siamo inventata.
(fine settima puntata)