
La Camera ha votato martedì pomeriggio la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, aperta alla firma degli altri Stati membri a Istanbul nel 2011 e sottoscritta dall’Italia nel 2012. Le deputate del Movimento 5 Stelle, la reggiana Maria Edera Spadoni e Giulia Di Vita – rispettivamente prima e seconda firmataria di una proposta di legge accorpata a quelle di altri parlamentari in un testo unico – ne chiedono l’immediata approvazione, ma sottolineano anche il passaggio avvenuto in Commissione Bilancio.
Le due parlamentari hanno ripreso quanto già affermato dalla commissione Bilancio alla Camera nel suo via libera al testo, cioè la necessità di soldi per la copertura finanziaria adeguata degli interventi, affinché la convenzione non rimanga lettera morta.
Nel corso del suo intervento Maria Edera Spadoni ha attaccato pesantemente la pubblicità sessista che con slogan del tipo ” provale tutte, una tira l’altra”, “E tu dove glielo metteresti”, “fidati te la do gratis”, “fatti la cubana e te la do a costo zero”. In seguito la Spadoni ha attaccato “i rappresentanti delle istituzioni che hanno espresisioni offensive nei confronti delle donne pensiamo “a Silvio Berlusconi che nel 2010 che parlando con il premier albanese Berisha sugli sbarchi di clandestini dichiarò ‘ faremo un eccezione per le belle ragazze’ o sempre Berlusconi in visita a una ditta il 10 febbraio 2013 chiede a una donna ‘quante volte viene’. ” Del resto cosa possono pensare di noi gli altri cittadini d’Europa quando ci ricordano che siamo il Paese del bunga-bunga…”
“Ogni giorno che passa, il bollettino di guerra viene aggiornato con il nome di una nuova vittima – dichiara Maria Edera Spadoni – Non possiamo permetterci che la ratifica non trovi il suo naturale sbocco nella formulazione e applicazione dei reati previsti dalla Convenzione”. E, precisa ulteriormente la Spadoni,“In aggiunta alla futura attuazione della convenzione, l’Italia deve correre ai ripari autonomamente, rinnovando il Piano Nazionale Antiviolenza, da integrare con i principi ispiratori della Convenzione e coinvolgendo le organizzazioni no profit attive nel settore”.Se ci fossero ancora dei dubbi sull’urgenza di questi provvedimenti, la cronaca dei giorni scorsi sul brutale omicidio di Fabiana Luzzi – accoltellata e bruciata viva a Corigliano Calabro – serve, purtroppo, a fugarli.