HomeAttualitàFascista a chi? Gli insulti tra (ex) compagni. Il caso D’Andrea

Fascista a chi? Gli insulti tra (ex) compagni. Il caso D’Andrea

Andrea Costa

Andrea Costa

Se c’è un termine che va di moda di questi tempi è “fascista”. Dalle aule del Parlamento alle primarie di casa nostra, si dà del fascista non solo all’avversario ma anche al compagno di partito. Non c’è da sorprendersi quindi se la denuncia di Ernesto D’Andrea ha scatenato una serie di reazioni fuori e dentro il Partito democratico. A cominciare dal segretario provinciale Andrea Costa che accusa D’Andrea “di narrarsi come la vittima dell’apparato e della congiura di partito” e aggiunge: “Non parteciperemo alla costruzione di nessun martire, men che meno volontario”.

E mentre il Circolo Pd Reggio 2 “respinge le accuse di brogli e falsificazioni mosse contro i militanti della sede di Pieve da parte del candidato sindaco Ernesto D’Andrea”, all’avvocato giunge – nemmeno tanto a sorpresa – il sostegno del Movimento 5 Stelle che parla di “perfetta convergenza tra quanto succede a Roma e quanto accade a Reggio. Dalle parti del PD tutti quelli che rompono i giochi di potere, che siano grandi e legati a Bankitalia o che siano le lotte intestine per le primarie locali, sono dei fascisti”.

Ernesto D'Andrea

Ernesto D’Andrea

Ora, è probabile che la verità stia in mezzo. A D’Andrea è sempre piaciuto fare l’indipendente e smarcarsi – qualche volta a ragione – dalla linea del partito e dagli ordini di scuderia. Fino a quando si tratta di votare in consiglio comunale, le fratture si ricompongono facilmente e si torna tutti amici. Quando si tratta delle primarie, in un momento come questo, invece la situazione si fa molto tesa. Ed è per questo che è credibile che ci sia stato chi ha alzato la voce. E “fascista” è un insulto che va bene per ogni evenienza.

 

 

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