
Non si è trattato di una sparata per sviare l’attenzione della stampa (e dunque teoricamente dell’opinione pubblica) dal rosso in bilancio di Boorea nel 2015 per circa 2 milioni e 600mila euro (in realtà la super Coop con 142 soci (tra cui Coop Alleanza 3.0) si affaccia al 2016 patrimonialmente molto più forte e più solida di prima e vedremo il perché). E’ chiaro che la proposta del presidente Luca Bosi fatta davanti ai giornalisti analizzando il bilancio, ovvero quella della costituzione di un fondo di solidarietà cooperativo, è già stata lanciata, seppur informalmente, nelle sedi opportune. La sensazione è che una proposta di questo tipo possa riscuotere molti consensi, ma anche incontrare qualche resistenza in pezzi della cooperazione.
L’idea è comunque la prosecuzione naturale della mission principale che Boorea ha affrontato dopo la fusione per incorporazione con Csa di Parma: correre in aiuto delle consorelle cooperative in evidente stato di difficoltà. E negli ultimi anni, specie nell’immobiliare, la composizione del necrologio non ha avuto che l’imbarazzo della scelta. Dopo l’intervento a favore di Cmr (il patrimonio di Boorea è stato interessato per 5 milioni), nel 2015 è stato acquistato il 40% del credito vantato dai soci prestatori di Orion (oltre 2 milioni) ed un’operazione simile, in questo caso però interamente coperta dall’aumento di capitale, è stata effettuata per 1,5 milioni verso i soci della Cooperativa Di Vittorio di Parma. Ecco, per sommi capi, spiegato il segno meno nell’ultimo esercizio consuntivo.
Ma la fusione con Parma, e forse in futuro anche con Piacenza, ha permesso anche un rafforzamento patrimoniale con dotazione da quasi 15 milioni di euro, eliminando così la tensione per la liquidità e recuperando un po’ di serenità finanziaria davanti all’aggravarsi della crisi economica generale, dell’edilizia e delle costruzioni in particolare. La proposta di Bosi, un fondo stabile per cooperative e singoli cooperatori in difficoltà, sconta il realismo di chi è consapevole, a parte i risicati e decimali numeri di ripresa alla mano che gli organismi nazionali ci propinano quotidianamente, che la stabilità d’impresa e la possibilità di riprogrammare a lungo termine è ancora di là da venire. Il Fondo potrebbe essere alimentato, ad esempio, destinandovi un ulteriore 1% degli utili annuali delle società cooperative (oggi le cooperative destinano già il 3% dei loro utili a Coopfond) e potrebbe essere aperto anche ai conferimenti di cooperatori e società civile.
Intanto il futuro di Coopsette invece, in liquidazione coatta, sembra segnato nonostante circa la metà dei 540 lavoratori sia già stata ricollocata. Restano 10 i milioni di euro di prestito sociale vantato dai soci.
Boorea Emilia Ovest sc, questa la ragione sociale dal 31 dicembre 2015, si appresta all’assemblea dei soci (mercoledì 25 maggio al Tecnopolo di Reggio) anche con una novità statutaria che viene proposta all’assise: il limite di due mandati per il presidente indicato dal cda. Per un ricambio più rapido nella governance.