HomeEconomiaExport Pmi, Parma quinta in Italia nel 2016

Export Pmi, Parma quinta in Italia nel 2016

Nel 2016 si conferma ai massimi storici l’export made in Italy nei settori di micro e piccole imprese (Pmi), con l’Emilia-Romagna che vede un aumento del +2,7% aggiudicandosi il sesto posto tra le regioni italiane con la migliore performance.
Significativi i dati che emergono dall’analisi territoriale: nelle prime venti posizioni ci sono ben 5 province della regione. “I dati che arrivano da questa analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato, relativi all’elaborazione di dati Istat – spiega il presidente di Confartigianato Emilia-Romagna, Marco Granelliconfermano l’attivismo delle micro e piccole imprese del nostro territorio, capaci di conquistare nuove quote di mercato all’estero anche in presenza di dimensioni aziendali ridotte. E’ segno che capacità, competenza e innovazione non dipendono solo dalla dimensione aziendale”.

Nei primi nove mesi del 2016 le esportazioni nei settori a maggiore concentrazione di micro e piccole imprese sono salite dell’1,2%, ad un ritmo doppio rispetto alla media del manifatturiero (+0,6%). Si tratta di nove comparti in cui la quota degli occupati in imprese con meno di 50 addetti è superiore al 60%.
Tra i settori, maggiore dinamismo per il Legno (+5,4%), seguito dai Prodotti alimentari (+3,4%), Mobili e Articoli di abbigliamento (entrambi con +1,6%), Prodotti tessili (+1,5%). Aumento inferiore alla media per Articoli in pelle (+0,8%), mentre sono stazionarie le vendite all’estero per Prodotti delle altre industrie manifatturiere e segnano un discesa i Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature (-1,2%).

In chiave territoriale, tra le regioni con una quota superiore al punto percentuale la miglior performance dell’export nei settori Pmi si registra in Trentino-Alto Adige con +7,5%, seguito da Lazio con +7,0%, Puglia con +4,8%, Abruzzo con +3,2%, Lombardia con +3,1%, Emilia-Romagna con +2,7%, Umbria con +1,9% e, sotto alla media, il Veneto con +0,9%. In controtendenza Toscana (-1,1%), Campania (-1,2%), Piemonte (-1,6%), Marche (-2,4%), Friuli-Venezia Giulia (-2,8%).
Per quanto riguarda l’andamento dei territori provinciali, selezionando quelli con una quota di mercato superiore al punto percentuale, il maggiore dinamismo è a Roma (+15,5%), poi Venezia (+9,5%), Bolzano (+8,0%), Milano (+6,2%), Parma (+6,0%), Firenze (+5,2%), Piacenza (+5,0%), Bergamo (+4,9%), Padova (+4,4%) e Prato (+4,3%); buone anche le performance di Forlì-Cesena +3,9%, Bologna +3,8%, Modena +1,9%. Per concludere il quadro regionale, comprendendo anche le province che hanno una quota di mercato inferiore all’1%, gli andamenti sono tutti positivi: Ferrara +6,3%, Reggio Emilia +0,6%, Rimini +7,2%.

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