L’indagine congiunturale di Industriali Reggio Emilia relativa al secondo trimestre del 2012 evidenzia uno scenario caratterizzato dalla debolezza della domanda interna, del peggioramento del quadro macroeconomico europeo e del rallentamento degli ordini provenienti dai mercati extra UE, che avevano rappresentato il principale traino delle produzioni locali.
Nel trimestre in esame, l’attività produttiva delle imprese manifatturiere reggiane ha registrato una significativa flessione, con un arretramento del 7,0% nel confronto con lo stesso trimestre dell’anno scorso, dopo il modesto incremento acquisito nei primi tre mesi dell’anno.
E’ un risultato che conferma la persistenza di due vincoli molto stringenti per l’industria manifatturiera locale: l’elevata incertezza del contesto economico e finanziario nazionale ed europeo, che deprime le aspettative e frena gli investimenti degli operatori economici, e una progressiva caduta della domanda e del reddito interni, condizionati anche dal deterioramento delle prospettive occupazionali. La caduta della domanda interna è in parte compensata dalla tenuta di quella proveniente dalle economie extra europee, che mostra tuttavia alcuni segni di rallentamento indotti dal minor contributo dell’area euro alla crescita dell’interscambio mondiale.
La dinamica recessiva della produzione è confermata da altri indicatori: la forte diminuzione del fatturato interno, un rallentamento delle vendite all’estero e un indebolimento degli ordinativi.
2011 | 2012 | |||
III trim. | IV trim. | I trim. | II trim. | |
Produzione | 17,2 | 5,4 | 4,9 | -7,2 |
Fatturato | 17,9 | 7,0 | 5,2 | -4,1 |
Fatturato interno | 13,1 | 5,0 | 3,1 | -9,8 |
Fatturato estero | 19,1 | 8,1 | 6,2 | 3,4 |
Occupazione | 5,6 | 0,9 | 0,9 | -0,4 |
Il rallentamento della domanda interna nell’ultimo scorcio del 2011 si è intensificato nel secondo trimestre dell’anno in corso. Tra aprile e giugno le vendite interne hanno registrato un marcato arretramento (-9,7%) nel confronto con lo stesso periodo del 2011, mentre le esportazioni hanno fatto segnare . Nel trimestre in esame si rileva un incremento tendenziale del 3,8% per le esportazioni, trainato dalle imprese di dimensioni maggiori, anche se con meno slancio rispetto a qualche mese fa. Un andamento che accomuna sia le esportazioni verso l’UE che quelle verso altri paesi.
Per quel che riguarda gli ordinativi totali dell’industria, nel secondo trimestre si registra un calo del 7,8% rispetto allo stesso periodo del 2011. L’andamento negativo degli ordinativi accomuna sia il mercato interno sia i mercati esteri, seppure quest’ultimi in modo meno marcato (-2,4%).
In coerenza con i segnali di rallentamento dell’economia, cala l’occupazione: tra aprile e giugno 2012 i livelli occupazionali hanno subito una flessione tendenziale dello 0,4%.
Le previsioni a breve delle imprese industriali registrano una prevalenza di segni negativi per produzione, occupazione e domanda sia interna che estera. Le prospettive sono caratterizzate, infatti, da un diffuso pessimismo, con un saldo tra ottimisti e pessimisti negativo in riferimento a tutti le variabili indagate.
Peggiorano le aspettative sui livelli di produzione nel terzo trimestre. Se il 46,2% delle imprese non si attende variazioni sostanziali, il saldo di opinione (-26,9, da -3,1 del trimestre precedente) indica un’ulteriore riduzione dei livelli di attività, per effetto della contemporanea riduzione della quota di imprese che si attende una variazione positiva (13,5%, da 21,9%) e dell’aumento di quella che prevede una contrazione della produzione (40,4%, da 25,0%).
Le aspettative degli imprenditori reggiani sull’afflusso di ordini nel terzo trimestre risultano pesantemente negative. Peggiora il saldo di opinione (-35,3, da -9,1) per effetto della riduzione delle imprese con aspettative positive (9,8%, da 21,2) e dell’aumento di quelle che prevedono una diminuzione degli ordini (44,2%, da 30,3%). Il peggioramento delle aspettative riguarda anche gli ordini provenienti dall’estero, con un saldo di opinione negativo (-6,50, da +10,3).
Le previsioni sull’occupazione indicano una sostanziale stabilità. L’84,6% delle imprese non prevede variazioni dei livelli occupazionali. Il saldo di opinione resta in terreno negativo (-15,4, da -12.2).
Bhodisattva / 23 Ottobre 2012
Thank you Monti
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