Aumenta la copertura vaccinale dei bambini in Emilia-Romagna, la Regione che ha fatto da apripista a livello nazionale approvando per prima nel novembre 2016 la legge sui vaccini obbligatori per l’iscrizione dei più piccoli nelle scuole dell’infanzia 0-3 anni. È quanto emerge dall’analisi delle coperture dei bimbi nati nel 2014 e nel 2015 al 30 giugno 2017 rispetto alla situazione rilevata sei mesi prima (dicembre 2016).
Per le vaccinazioni contro difterite-tetano-polio-epatite B l’aumento è di oltre un punto percentuale a distanza appunto di poco più di sei mesi dall’approvazione della legge regionale: la copertura, per i bimbi nati nel 2014, è passata dal 92,4% del 31 dicembre 2016 al 93,5% del 30 giugno 2017; per i nati nel 2015, nello stesso periodo si è passati dal 95,8% di copertura al 96,6%. Ancora più consistente l’aumento – più di 3 punti percentuali – della copertura del vaccino anti morbillo-parotite-rosolia, analizzata per i bimbi nati nel 2014: si è passati dall’87,2% al 90,7%.
Dati in crescita, quindi, ma comunque nella grande maggioranza dei casi al di sotto della soglia di sicurezza del 95%, fissata dall’Organizzazione mondiale della sanità, motivo che spinse appunto la Regione a varare la legge sull’obbligo vaccinale, misura poi estesa a livello nazionale e anche per le scuole dell’obbligo.
E dopo i bambini, la Regione si pone anche il problema dell’estensione delle vaccinazioni al personale sanitario. “Per lavorare in un reparto ospedaliero di ginecologia e ostetricia – ha affermato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi – un’ostetrica dev’essere immunizzata contro il morbillo, per evitare ogni possibile contagio del neonato, ma anche della mamma. Stiamo lavorando in questa direzione: se riusciremo a farne non un obbligo, ma un elemento di garanzia, non sarà necessario arrivare a una legge ad hoc”.