
Che c’entrano direte voi, le due vicende che il vostro sito preferito nella decrittazione politica, al secolo 7per24, vi va ora a collegare ai fini della comprensione metastorica di alcune bagatelle (se inserite nel contesto dei drammi pluridecennali di intere popolazione dell’Est Europa) tutte locali?
Da una parte il braccio di ferro che importanti fette dei dipendenti comunali di Reggio, specie quelli degli “asili più belli del mondo”, mantra della presunta superiorità educativa del “made in Reggio”, hanno intrapreso con Nando Rinaldi, direttore dell’Istituzione scuole e nidi d’infanzia, contro l’esternalizzazione di interi comparti (siamo alla tregua armata in attesa di delibera di giunta); dall’altra l’iper attivismo del rispuntato Claudio Guidetti (dopo un oblio politico di diversi anni), ex socialista, ex forzista, ex renziano ed oggi calendiano. Che, così d’emblée ma non troppo, è rispuntato fuori inanellando un non casuale doppio appuntamento (di cui magari i più non hanno avuto accortezza), con la sua associazione LiberaMente. Una inerente gli infortuni sul lavoro, e presenti sindaco, segretario provinciale Pd ed ex segretari Cgil. L’altro invece di presentazione dell’ultimo libro del vescovo emerito Camisasca, non tenerissimo diciamo così col mondo gay, alla presenza tra gli altri dell’attuale Vescovo Morandi. Come dire, un convegno con forte imprinting progressista, l’altro un po’ meno, coprodotto dall’associazione Beato Rolando Rivi. Insomma, di palo in frasca, un colpo al cerchio ed uno alla botte, col vaghissimo sospetto che Guidetti abbia, del tutto legittimamente peraltro, il compito di attirare verso il Pd un po’ di centristi non troppo convinti del movimentismo schleiniano. Per Guidetti insomma è già calda nella peggiore delle ipotesi, una bella poltroncina da assessore. Scommettiamo?
Il tutto mentre, sempre a Reggio, echeggiano gli echi del super convegno celebrativo dei fasti del Pci che fu in quel Palazzo Masdoni che ne ha viste di tutti i colori, con preferenza il rosso. E mentre, a livello internazionale questa volta, dalla madre Russia putiniana, là dove tutto sto bel popò di roba ebbe inizio, continuano a tuonare i cannoni devastatori sul popolo ucraino.

A sinistra va in scena la solita pantomima tra radical-schleiniani-dalemiani (che quando prendono il potere però sono più renziani di Renzi) e riformisti
Perché dedichiamo spazio a queste vicende collegandole? Non certo per antipatie ad personam. Anzi, siamo tutti uomini e donne di mondo, tutti teniamo famiglia e sia Nando che il Guidetti ci stanno pure simpatici. Lo facciamo altresì perché queste vicende incarnano perfettamente l’attuale schleinismo. Molti hanno votato Elly perché in lei hanno visto “la scintilla della Rivoluzione” (cit. Goffredo Bettini), invece alla fine si ritrovano l’ennesimo clone di Massimo D’Alema, una Enrico Letta un po’ più giovane e con l’armocromista. Come andare in enoteca a comprare una bottiglia di Sassicaia ma dentro poi ci trovi il Tavernello (cit. “il Foglio”).
Alle amministrative 2024 a Reggio il centosinistra vincerà in carrozza ma non lamentiamoci però delle esternalizzazioni in seno comunale, delle bollette della multiutility, della cultura che alla Fondazione Danza resta alla finestra ecc. ecc. E delle nostalgie di un passato togliattiano che a Reggio non tramonta mai.