Crolla il numero di posti letto negli ospedali dell’Emilia-Romagna negli ultimi 15 anni: meno 3.473 unità. Poco più di un migliaio, quindi circa un terzo, i tagli relativi a Bologna. Da un lato il calo è dovuto a ricoveri più brevi per merito di tecniche chirurgiche meno invasive e farmaci innovativi. Ma i posti letto sono stati tagliati anche per rispettare normative nazionali.
I dati del monitoraggio dei posti letto sono visibili sul sito della Regione, dichiarati ogni anno dalle strutture pubbliche e private accreditate dell’Emilia-Romagna dal 2000 ad oggi. Quindici anni fa i letti erano 22.515, di cui 2.352 di day-hospital, quindi per prestazioni risolvibili in giornata. Nel 2015, dati non definitivi, siamo scesi a 19.042, di cui 1.114 in day-hospital e 434 in day-surgery, dedicati cioè a prestazioni di piccola chirurgia ambulatoriale per la quale il paziente va a casa a fine giornata.
Rispetto al 2014, in regione sono stati tagliati 50 posti letto, di cui 20 al Sant’Orsola e 17 a Modena.
Una gran parte dei posti letto risulta nell’area di competenza dell’Ausl della Romagna, che si è formata recentemente dall’unione delle precedenti aziende sanitarie. Quantitativamente è però Bologna a fare la parte del leone, con i 2.786 letti degli ospedali dell’Ausl, più i 1.546 del Sant’Orsola e i 324 dell’Istituto ortopedico Rizzoli. Nel 2000, i letti degli ospedali bolognesi erano 3.499. Chi ne ha persi meno è il Rizzoli, 13 in 15 anni, ma si tratta di Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), che riceve finanziamenti ad hoc anche dal ministero per la sua attività di ricerca.
I posti letto sono calati con una certa progressione nel tempo, ma la svolta c’è stata soprattutto tra il 2012 e 2013, quando sono diminuiti rispettivamente di 548 e di 863 unità a livello regionale. Sono stati gli anni dei tagli al Fondo sanitario nazionale e delle spending review che hanno colpito molto la sanità in Italia con tagli lineari. Il che ha portato ad una riorganizzazione ospedaliera tuttora in corso. L’assessore regionale alle Politiche per la Salute Sergio Venturi, dopo aver dato il via all’operazione di riduzione delle liste d’attesa, dovrà affrontare entro l’anno la revisione della rete ospedaliera e dei punti nascita. Ha già annunciato che non chiuderà alcun ospedale, ma darà differenti vocazioni ad alcuni di essi. Sullo sfondo c’è comunque ancora quel requisito richiesto dalla legge di 3,7 posti letto per mille abitanti che l’Emilia-Romagna ancora non raggiunge. La media regionale è infatti di 4,2 ma ci sono province che hanno indici più alti: Parma con 5, Bologna con 4,9.
I reparti con il maggior numero di letti di degenza restano, oggi come 15 anni fa, medicina generale, lungodegenza, ortopedia e traumatologia e chirurgia generale. Cali sensibili in ostetricia e ginecologia.