Notte degli Oscar o Scherzi a Parte?

La Notte degli Oscar o una puntata di Scherzi a Parte?
7 Oscar a “Everything everywhere all at once”, che giustamente i titolisti italiani nemmeno si sono presi la briga di tradurre.
7 Oscar. Seriamente?
7 Oscar, uno più inspiegabile dell’altro.
7 Oscar, come La stangata. Due in più di Qualcuno volò sul nido del cuculo, American beauty, Il gladiatore e The artist. Ok, dai, ci siamo divertiti, era Scherzi a Parte. La Notte degli Oscar quand’è?

7 Oscar, 6 dei quali nelle categorie importanti (film, regia, sceneggiatura, attore protagonista, attrice protagonista, attrice non protagonista), consegnati a un filmettino senza pretese e senza virtù, sufficientemente fastidioso, che ora si ritrova tra le pietre miliari del cinema.
Non può mai vincere “Everything everywhere alla at once” se in gara ci sono Gli spiriti dell’isola, Elvis oppure Niente di nuovo sul fronte occidentale, ma perfino la riesumazione di Tom Cruise (l’ultimo Top Gun), e in ogni caso non puoi premiare pure regista, sceneggiatore e attori, non puoi consegnarlo alla storia, alla stregua di un capolavoro.
Quasi non c’è gusto a parlare male di un film del genere, troppo facile. No, vabbé, stiamo mentendo: il gusto c’è, eccome, anche se bisognerebbe in realtà prendersela con chi l’ha premiato, gli “scienzati” dell’Academy.

“Everything everywhere all at once” praticamente è una rivisitazione di Matrix declinato al comico-grottesco e con una disgustosa strizzata d’occhio al politicamente corretto (attori brutti, un’eroina protagonista, una figlia lesbica eccetera). Se parliamo di idea di base tutto già visto, non solo in Matrix (universi paralleli e protagonista all’inizio inconsapevole del suo ruolo chiave) ma in mille altri film di genere, senza ovviamente dimenticare la parte “seria” e un po’ di immancabile filosofia spicciola e triviale, in questo caso sulla natura dei rapporti famigliari, quasi a doversi giustificare per essere “solo” un film di intrattenimento.
Variante sul tema teoricamente divertente, in “Everything everywhere all at once”, le improbabili scene di combattimento, con marsupi, cani e falli di plastica utilizzati come oggetti contundenti, e le azioni, anch’esse improbabili, che servono per passare da un mondo all’altro. Ma pure in tema di scene di combattimento improbabili, come si fa a non pensare a quelle molto più belle e divertenti di un Bullet Train qualsiasi?
Che poi tutto questo avanti e indietro da un multiverso all’altro per i primi dieci-venti minuti può anche star bene, ma… per due ore e dodici minuti? Due maledette ore più altri dodici stramaledetti minuti, che non vogliono decidersi a passare.
Delirano di alfaversi, saltaversi e cose simili, ma vogliamo essere onesti: appena è partito lo spiegone, dopo circa 35 minuti di film, ci siamo mentalmente scollegati, spostandoci sul freganienteverso, un mondo parallelo di spettatori annoiati a morte, sul quale attualmente ci troviamo a causa di “Everything everywhere all at once”.

Total
0
Condivisioni
Prec.
Migranti: bufera a Londra sulle nuove politiche di respingimento

Migranti: bufera a Londra sulle nuove politiche di respingimento

Manica militarizzata, soglia al numero, limiti alle domande di asilo

Succ.
Guardia di Finanza, scoperta banca clandestina per trasferire soldi in Cina

Guardia di Finanza, scoperta banca clandestina per trasferire soldi in Cina

Firenze – La Guardia di Finanza ha scoperto una banca clandestina, con

You May Also Like
Total
0
Condividi