
“Egregio sig. Dago. Ma tutti quelli che criticano la scelta di Zelensky di resistere all’invasione cosa avrebbero fatto al suo posto? Auguro agli svizzeri che non gli non venga mai in mente di invaderci. Per primo si ritroverebbero un Vauro prono a 90 gradi. E non è un bello spettacolo.
Antonio”
Ieri 27 gennaio il mondo ha ricordato l’Olocausto, ovvero la strage di 6 milioni di ebrei durante la seconda guerra mondiale perpetrata dai nazisti con la complicità attiva dei partiti fascisti e nazionalisti di mezza Europa, a cominciare dalla dittatura di Mussolini che partecipò allo scempio sia con le infami leggi razziali del ’38 che con il rastrellamento degli Ebrei italiani. Un orrore che non ha avuto eguali nella storia della umanità.

Zelensky nel Giorno della Memoria ha commemorato l’Olocausto a Babyn Yar nei pressi di Kyiv, dove nel 1941 oltre 33.000 ebrei vennero fucilati dai nazisti con la complicità dei fascisti ucraini
Ha destato clamore la decisione del Museo di Auschwitz, cioè dell’ente che gestisce i luoghi del campo di sterminio polacco, dove a milioni uomini, donne e bambini ebrei sono stati uccisi, quasi sempre col gas, e bruciati tra il 1940 e il 1945, di escludere le autorità russe dalla cerimonia commemorativa che si tiene nel perimetro dell’ex campo di sterminio, cosa mai successa in passato.
«Data l’aggressione contro l’Ucraina libera e indipendente – ha detto Piotr Cywinski, direttore e portavoce del Museo-Memoriale di Auschwitz – i rappresentanti della Federazione Russa non sono stati invitati a partecipare alla commemorazione. Era ovvio che non potessi firmare alcuna lettera all’ambasciatore russo con un tono invitante, dato il contesto attuale. Spero che cambierà in futuro, ma abbiamo ancora molta strada da fare». Secondo il direttore del Museo ci vorrà tempo prima che la Russia “faccia un autoesame molto profondo dopo questo conflitto per tornare ai raduni del mondo civilizzato».
Parole sante e ben difficilmente contestabili, anche se alcuni nostalgici dell’URSS e qualche filoputiniano hanno protestato, motivando le loro lamentele col fatto che Auschwitz sia stata liberata il 27 gennaio 1945 dall’Armata Rossa. Come se l’Armata Rossa non fosse un esercito multietnico composto in buona parte da Ucraini, e soprattutto non rappresentasse le forze armate di un’entità statuale, l’Unione Sovietica, sparita 30 anni fa, e dunque abbia poco a che fare con le attuali forze armate russe.
Da notare che cinque anni fa il direttore del Museo di Auschwitz Piotr Cywinski è stato ospite di ISTORECO nella nostra città, dove ha tenuto una toccante lezione per centinaia di studenti reggiani nell’Aula Magna dell’Università di via Allegri.
Ma ancora più significativo dell’esclusione della Russia dalle celebrazioni di Auschwitz è quanto il Museo stesso ha scritto un anno fa, in occasione dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Ecco il testo integrale del comunicato diffuso il 24 febbraio di un anno fa dal museo stesso. “Questa mattina la Russia ha attaccato l’Ucraina. Questo atto di barbarie sarà giudicato dalla Storia, e i suoi autori, ce lo auguriamo, saranno giudicati dalla Corte Internazionale di Giustizia.
Come Museo Memoriale di Auschwitz-Birkenau non possiamo rimanere in silenzio mentre, ancora una volta, persone innocenti sono uccise a causa di un’insana pseudo-imperiale megalomania.
Esprimiamo la nostra assoluta solidarietà con i cittadini e gli abitanti della libera, indipendente e sovrana Ucraina e con tutti i cittadini russi che hanno il coraggio di opporsi a questa guerra.
Oggi il mondo libero e democratico deve dimostrare se ha imparato la lezione dalla passività degli anni ’30. E’ chiaro che ogni sintomo di indifferenza è un segnale di complicità”.
Nei prossimi giorni ripartirà una delle iniziative più meritorie che si tengano a Reggio Emilia, ovvero i Viaggi della Memoria organizzati da ISTORECO col supporto di varie istituzioni. Saranno ben 1.500 i ragazzi e le ragazze reggiane che le prossime settimane entreranno nel Memoriale di Auschwitz, una cifra record in Italia e nel mondo di cui Reggio Emilia può andare ben orgogliosa.
La dichiarazione del Museo di Auschwitz di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina è stampata nella pagina di apertura della nuova guida del Museo-Memoriale. Quest’anno quindi la visita degli studenti reggiani all’ex campo di sterminio sarà ancora più significativa.