HomeAttualitàMamma li satiri! Il “caso” (ancorché risibile) del fogliaccio clandestino

Mamma li satiri! Il “caso” (ancorché risibile) del fogliaccio clandestino

Satura tota nostra est (Quintiliano)

Premessa: anche il sottoscritto, come probabilmente i più, ha una vaga idea non tanto di chi ma da che ambito provenga la satira presuntamente corrosiva che sfiora la sensazione d’onta da parte dei politici e che infiniti lutti addusse agli Achei. Trattasi quasi certamente di “fuoco amico” ma evidentemente ritenuto lesivo dell’onorabilità della classe amministrativa. Più “fuoco” che “amico” in estrema sintesi.

Seconda premessa: prima di un certo fatto, sempre allo scrivente non era passato manco per l’anticamera del cervello perdere 20 minuti del proprio (poco) prezioso tempo per occuparsi di un ciclostile a colori stampato in 12 copie che raggiunge sì e no 2 bar del centro ed i cui contenuti e fotomontaggi ricordano da vicino i fogli scolastici del liceo quando si inanellavano battutine da Happy Days. Il fatto è che dietro il ciclostile carbonaro ci sarebbe pure un’indagine. Dopo l’indagine per il video trapper al tempo del covid, la polizia municipale che si sarebbe recata all’ex Mercato Coperto a controllare il grado di licenziosità delle patatine pussy-pussy, la terza mandata da clima da ayatollah è veramente troppo. Signori, non siamo in una teocrazia islamica, né dobbiamo rendere conto direttamente a Putin, dalle nostre parti ci sarebbe anche il diritto d’espressione e la libertà di critica e di satireggiare coi limiti imposti dalle leggi (obbligatori) e quelli eventuali dettati dal buon gusto a fronte di vari livelli di sensibilità, personali e/o collettive (facoltativi).

Ora, una classe politica realmente infastidita da due battutine che strapperebbero un sorriso se contemporaneamente si solleticasse l’ascella dell’eventuale lettore, come possiamo immaginare sappia poi affrontare le sfide ben più complesse, che so di una geopolitica impazzita ed imprevedibile che riverbera quotidianamente i propri effetti sociali ed economici sulle comunità locali? Ma davvero la cultura che permea le nostre scelte politiche ed etiche oggi è quella ereditata dall’Illuminismo? O piuttosto non ci rinchiudiamo, in assenza delle capacità di riempire di contenuti e perché no soluzioni le sfide della contemporaneità, nella comfort-zone del “politicamente corretto”, quella sorta di zoo del vittimismo (a fronte di rari e ben cospicui e assai reali privilegi) in cui riempirsi la bocca di aita-aita, allarmismi, denunce et amenità varie per le desinenze, le declinazioni, le immagini, le parole, le parodie e quattro frescacce da sagrestia di curato di campagna?

Caro, si fa per dire, misterioso estensore dei libelli di cui all’oggetto del presente elzeviro, la tua satira è corrosiva come la casetta di pan speziato di Hansel e Gretel ed io la condivido ben poco ma farò di tutto perché tu possa esprimerla possibilmente non in Siberia.

 

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